“Mandò a prendere uno di quei biscotti tozzi e bombati, detti maddalene, che sembrano la figura della valva scanalata di una conchiglia di san Giacomo. E poco dopo, sentendomi sconsolato per la giornata nera e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la bevanda mescolata alle briciole del dolcetto toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso. Isolato. Senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferente il destino, irrisorie le avversità. Ridicola la brevità della vita… Non mi sentivo più umano, finito, mortale.” (Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”)
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