Narrano che sia nato in una capiente casseruola di rame ricoperta di morbidi panni caldi. La stanza in cui venne alla luce era una delle quaranta del «Mercato», l’albergo ristorante dei genitori nel quartiere di Porta Vittoria a Milano. Con i fornelli Gualtiero Marchesi ha iniziato a prendere confidenza molto presto. Dagli esperimenti nascono i primi successi che fanno parlare di lui come dell’artista del pollo alla Kiev. E proprio gli artisti come Piero Manzoni e Aldo Calvi sono i compagni della sua gioventù. Diviso fra musica e cucina, a trentadue anni prende due decisioni importanti: abbandona le lezioni di pianoforte e sposa la sua insegnante di musica, Antonietta Cassisa. Da quel momento si dedica solo alla cucina e, sognando come potrebbe essere quella del futuro, va in Francia per lavorare con i cuochi che di lì a poco avrebbero dato vita alla Nouvelle Cuisine.
Una frase del libro:
Fin da giovane ero un grande amante della musica classica.
Prendevo lezioni di piano, ma per dedicarmi completamente
alla cucina ho smesso di strimpellare. Poi però ho sposato
la mia insegnante di pianoforte.
Arrivato a cinquant’anni ho ricevuto le tanto ambite tre
stelle Michelin, ma a un certo punto ho pensato bene
di restituirle.
Alla soglia degli ottant’anni ho realizzato un grande sogno
aprendo “Il Marchesino”, nel tempio della musica classica
italiana, La Scala. Se però telefonate per prenotare
e parte la segreteria, mi sentirete cantare la Gagarella
del Biffi Scala, incisa con Elio e le Storie Tese.
Un grande cuoco e un grande signore! Un saluto Annalisa 🙂
è il papà della cucina italiana,come non amarlo!un abbraccio cara annalisa ^_^